Disciplina del fitness acquatico abbastanza recente e oggi molto diffusa negli impianti natatori, l’hydrobike o acquabike è un’attività acquatica di gruppo che possiede una componente sociale molto importante. Non solo allena, tonifica e mantiene in forma: fare acquabike fa sorridere!

Che cos’è l’hydrobike?

Cugina per eccellenza dell’acquagym, consente di pedalare in acqua sfruttando la microgravità, ovvero l’assenza di peso terrestre. Priva di ruote e di qualsiasi meccanismo elettronico, la bike è un attrezzo molto semplice, ma stabile, che consente di allenare sia arti inferiori che superiori in quasi totale immersione. Pedalare in acqua sollecita prevalentemente il metabolismo aerobico, con tanti benefici anche per l’apparato cardiovascolare e respiratorio. Ecco perché è un’attività consigliata anche a coloro che non hanno esperienza di allenamento e che non possono caricare in modo eccessivo le articolazioni.

Non tutte le lezioni di acquabike sono uguali: profondità della piscina, tipologia di bike e dei meccanismi con cui le stesse producono attrito in acqua, generano risposte fisiologiche diverse. La presenza o meno di un volano regolabile permette ai trainer di creare sessioni di allenamento più o meno impegnative, con maggiore o minore consumo calorico. Ecco perché, grazie all’applicazione di diversi protocolli di allenamento, le lezioni di hydrobike preparano o mantengono in allenamento (durante la stagione invernale) i ciclisti che pedalano su strada.

Perché fare hydrobike?

Se consideriamo gli effetti su benessere e salute questa attività in acqua consente di attivare il metabolismo, con un consumo calorico direttamente proporzionale all’intensità dell’allenamento, migliorando l’efficienza del cuore che pompa più sangue con minor sforzo.

Oltre a rinforzare la muscolatura degli arti inferiori ha effetti anche sul core, soprattutto se si dedica buona parte dell’allenamento alla pedalata sollevati dalla sella. Non solo: anche la capacità respiratoria ne trae beneficio; l’hydrobike è l’allenamento giusto per migliorare la propria resistenza, senza correre alcun rischio. Dalla bike non si cade, né si scivola!

Ciò che non si può misurare, ma è visibilmente chiaro, è che pedalare in acqua favorisce il buonumore, migliora il livello di autostima e aiuta a scaricare lo stress nervoso grazie alla liberazione di endorfine. Inoltre, allenarsi in gruppo a ritmo di musica sottolinea l’evidente componente sociale della disciplina: proprio come accade per la bicicletta terrestre è il gruppo di lavoro a fare la differenza, trasformando la lezione in piscina in un vero e proprio allenamento condiviso in cui ogni biker si mette alla prova, con il sorriso.

Hydrobike o spinning?

Se pedalare è un movimento naturale, che quasi sicuramente si impara da bambini, trasferire questo gesto in acqua comporta sì qualche differenza. Considerare questa disciplina acquatica un’evoluzione dello spinning o del cycling terrestre non è propriamente corretto; che le due somiglino è reale, ma ci sono alcuni punti sui quali è bene dire qualcosa in più:

  • Ambiente di allenamento: la presenza dell’acqua aggiunge una resistenza naturale che chi pedala in sella alla bike acquatica deve affrontare. Tale fattore genera due diversi aspetti: la possibilità di tonificare in modo efficace la muscolatura ma al contempo di avere il corpo avvolto da un massaggio continuo e dolce (soprattutto a livello delle gambe) con notevoli benefici a livello circolatorio e linfatico.
  • Muscoli coinvolti: se nello spinning si lavora su arti inferiori, glutei e addominali, in una sessione di acquabike si sollecitano anche i muscoli stabilizzatori della colonna, grazie all’azione dell’acqua e degli arti superiori, a corpo libero o con piccoli attrezzi. I muscoli allenati in acqua diventano lunghi e affusolati e non tozzi e gonfi!
  • Intensità e post allenamento: l’hydrobike elimina il rischio di traumi da caduta e sollecitazioni eccessive alle articolazioni; i dolori che compaiono nei giorni successivi all’allenamento sono ridotti. È consigliata a chi deve recuperare mobilità in seguito a interventi chirurgici e infortuni.
  • Cardiofrequenzimetro: è la novità che nell’ultimo anno sta accendendo una nuova sfida per gli amanti del fitness acquatico. Il monitoraggio della frequenza cardiaca in acqua e in sella alla bike è ciò che avvicinerà ancor più le discipline acquatiche a quelle terrestri.

Pedalare, con il cuore!

Dedicarsi con impegno al proprio benessere è ciò che rinnova oggi il nostro approccio all’attività sportiva. Ci vuole motivazione, ma anche dedizione, conoscenza e strumenti che possono aiutarci a misurare cosa facciamo e per quali obiettivi. Ecco perché ha senso dire che cuore e muscoli vanno allenati insieme!

Oggi anche il mondo del fitness acquatico ha capito l’importanza di dover monitorare, misurare e analizzare gli effetti che l’allenamento provoca sull’organismo; ed è proprio grazie a questa consapevolezza che alcuni recenti studi affermano che osservando e confrontando parametri prestativi incoraggianti si attivano quelle percezioni positive di soddisfazione personale che rinforzano la fiducia in se stessi e l’autostima.

Presto anche in sella a una bike, durante una lezione di hydrobike, arriveremo a monitorare lo stato del nostro cuore, con più consapevolezza ci alleneremo, controllando la fatica e spingendola fin dove volontà e obiettivi ci guideranno.

Insomma, anche stando in acqua saremo sempre più vicini a ciò che gli sport terrestri propongono da tempo: il monitoraggio dei carichi di lavoro e della frequenza cardiaca, la programmazione mirata delle sessioni di un allenamento, stabilendo il giusto equilibrio fra sforzi e recuperi affinché il corpo migliori la propria condizione psicofisica.

In sella a un’hydrobike quindi saremo sempre più sani e felici di pedalare!

 

 ALICE ROTA
Trainer