Già in antichità erano noti i benefici del movimento e della corretta alimentazione.Ippocrate (460 a.C.-377 a.C.), padre della medicina, sosteneva che “se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute”. Ammoniva quindi i Greci e indicava loro che l’attività fisica apporta i benefici sperati solo se praticata con una certa regolarità nel tempo. All’estremo opposto, praticare sedute di allenamento eccessivamente faticose e con frequenza elevata non è salutare.

Fare movimento può salvarci la vita. Studi recenti dicono che una regolare attività fisica potrebbe, da sola, abbattere la mortalità europea del 7%: il doppio di quanto si otterrebbe se si riuscisse ad eliminare il problema dell’obesità in Europa. E tuttavia, secondo un’indagine dell’ISTAT del 2015 emerge che ben il 39% della popolazione italiana non pratica alcuna attività sportiva: un numero impressionante di persone, oltre 23 milioni, vive una vita sedentaria con gravi conseguenze per la salute.

A fronte di questo dato negativo, però, oltre 20 milioni di persone, un po’ più di 1 italiano su 3 (il 34%), dichiarano di praticare uno o più sport con continuità (24,4%) o saltuariamente (9,8%) con percentuali più alte per gli uomini che per le donne. La pratica dello sport è massima tra i ragazzi di 11-14 anni e diminuisce con l’età. Inoltre sono state identificate differenze significative in base al livello d’istruzione: pratica sport più della metà dei laureati a fronte del 7,3% di chi ha conseguito la licenza elementare o non ha titoli di studio.

Ma cosa si può fare per stimolare le persone a svolgere attività fisica? La ricerca indica che i risultati più promettenti si ottengono con i programmi di educazione alla salute all’interno della scuola. Tanta attenzione alla scuola è giustificata sia dagli effetti duraturi che si ottengono educando i bambini a considerare l’attività fisica una componente abituale della vita quotidiana sia dall’aumento della sedentarietà, con conseguente incremento di sovrappeso e obesità, tra i giovani.

Le autorità sanitarie internazionali consigliano per i bambini e i ragazzi tra i 5 e i 17 anni almeno 60 minuti al giorno di attività cui aggiungere esercizi per la forza (come giochi di movimento o discipline sportive) almeno tre volte la settimana. Inoltre l’International Council of Sport and Physical Education dell’UNESCO pone l’accento sulla “quantità” di attività fisica necessaria per un adeguato curriculum educativo che deve essere pari ad almeno un sesto del tempo scolastico totale. In quasi tutti i paesi europei, l’educazione motoria, fisica e sportiva è una priorità in tutto il percorso scolastico.

I giovani che fin da piccoli imparano a inserire l’attività sportiva nella loro vita quotidiana saranno adulti più propensi a fare sport, con una maggiore attenzione allo stile di vita e al benessere generale.

I benefici dell’attività sportiva sono noti fin dall’antichità, ma solo di recente la ricerca è riuscita a ottenere prove scientifiche a sostegno degli effetti salutari del movimento. Ora le prove scientifiche non lasciano spazio a dubbi: svolgere una regolare attività fisica non solo migliora la qualità della vita e il grado di soddisfazione personale ma soprattutto mitiga diverse condizioni di rischio, contrasta l’insorgenza di numerose malattie e contribuisce a una maggiore durata della vita in salute.

  • È accertato che lo sport è ideale per proteggere e migliorare l’efficienza cardiovascolare
  • ci aiuta a tenere sotto controllo il peso corporeo
  • favorisce l’efficienza muscolo-scheletrica
  • stimola e regola l’attività ormonale
  • ha un’influenza positiva anche in molte patologie oncologiche.

Aiuta a bruciare le calorie in eccesso e mantenere un giusto peso

Una delle cause più frequenti del sovrappeso e dell’obesità è che si mangia troppo in termini di quantità e magari in modo non equilibrato. Errore congiunto è spesso lo scarso movimento. L’attività fisica praticata con metodo e costanza, associata ad una dieta salutare come quella mediterranea, ha il vantaggio di far aumentare la massa muscolare o massa magra che a sua volta comporta un aumento dell’efficienza metabolica. Inoltre permette di utilizzare i depositi di grassi delle cellule adipose.

Aiuta a tenere sotto controllo la pressione sanguigna

L’ipertensione, ossia l’eccessiva pressione del sangue nel circolo sanguigno, non è in sé una malattia, ma espone a un rischio maggiore di avere ictus, infarto, ostruzione delle arterie periferiche, insufficienza renale cronica e danni alla retina. La ricerca scientifica ha dimostrato che, a parità di altri fattori, le persone sedentarie hanno un rischio maggiore del 40% di sviluppare ipertensione rispetto a quelle che praticano esercizio fisico.

Aiuta a mantenere sano il nostro cuore

L’infarto è una delle principali cause di morte. Si stima che ogni anno in Italia si verifichino 135.000 infarti di cui 45.000 fatali. È ormai assodato che ci sia un’importante associazione tra attività fisica e riduzione dei casi di cardiopatia ischemica, la condizione di insufficiente apporto di sangue e ossigeno al muscolo cardiaco che predispone all’infarto. Una revisione degli studi condotti sulla prevenzione di questa patologia ha mostrato, infatti, che le persone sedentarie hanno un rischio relativo di morte per cardiopatia ischemica doppio rispetto a quelle che svolgono attività fisica.

Contribuisce ad abbassare il colesterolo

Il movimento aiuta a ridurre il livello di colesterolo “cattivo” (o LDL, lipoproteine a bassa densità che trasportano il colesterolo dal fegato alle cellule di tutto l’organismo) e alzare quello “buono” (o HDL, lipoproteine ad alta densità, che portano il colesterolo in eccesso dai tessuti corporei verso il fegato che ha il compito di smaltirlo).

Ci tiene alla larga dal diabete

Il diabete di tipo 2 è una malattia che si sviluppa in età adulta ed è dovuta a un difetto nel metabolismo dell’insulina da parte del pancreas, che fa sì che le cellule non siano in grado di utilizzare efficacemente gli zuccheri. La genetica gioca un ruolo importante nell’insorgenza di questa malattia ma al suo sviluppo concorrono anche altri fattori di rischio come obesità, scorretta alimentazione e mancanza di attività fisica.

Numerosi studi hanno dimostrato che più ci si muove, minore è il rischio di ammalarsi di diabete. Il movimento stimola l’utilizzo del glucosio da parte del muscolo e determina così una riduzione della glicemia. Nel caso del diabete di tipo 2 quindi l’attività fisica diventa strumento per la prevenzione e il trattamento dell’iperglicemia e dell’intera sindrome metabolica.

Aiuta a proteggerci contro i tumori

I tumori sono malattie complesse nella cui insorgenza giocano un ruolo importante molti fattori genetici ma anche fattori ambientali e stili di vita. Un numero crescente di ricerche dimostra l’influenza positiva dell’attività sportiva su molte patologie oncologiche. Un’attività fisica moderata e costante è uno strumento fondamentale per ridurre la probabilità di ammalarsi di cancro.
Uno dei tumori per cui sono disponibili maggiori prove scientifiche a supporto dell’efficacia preventiva dell’attività fisica è il tumore del colon. È stato infatti osservato che gli adulti che aumentano l’attività fisica possono ridurre del 30-40% il rischio di sviluppare questa forma di tumore. I benefici dell’attività fisica sono stati misurati anche in altri tipi di cancro. Fare movimento abbasserebbe il rischio di tumore all’utero del 40% e di tumore al seno del 12-14%; per chi inoltre sia già stata colpita da tumore alla mammella, lo sport dimezza il rischio di incorrere in recidive. Sono inoltre in corso ricerche per chiarire gli effetti dell’attività fisica sul cancro al polmone e alla prostata.

In conclusione: l’attività fisica ha un’efficacia paragonabile a un farmaco, e pertanto andrebbe “prescritta” dal medico. A queste conclusioni è giunto uno studio pubblicato nel 2015 sul British Medical Journal. Lo studio ha preso in esame pazienti che avevano subito un infarto o un ictus e pazienti ad alto rischio di am- malarsi di diabete di tipo 2. Tutti i pazienti quindi assumevano farmaci per prevenire il ripetersi o la progressione di una malattia. L’indagine, che ha preso in esame 340.000 persone, ha confrontato l’efficacia dell’attività fisica e quella dei medicinali nella prevenzione di infarto, ictus e diabete di tipo 2. Dallo studio è emerso che l’effetto dell’attività fisica sulla prevenzione delle patologie osservate ha un impatto di significatività paragonabile a quello di un medicinale tanto è vero che gli autori dello studio hanno proposto di inserire anche il movimento fisico nell’elenco delle terapie.

fonte: Fondazione Veronesi – ISTAT